Bireme d’assalto, Guerrieri gallici ausiliari
Costo di reclutamento | 340 | |
Costi di mantenimento | 68 | |
Stato della nave | 501 | |
Velocità della nave | 6 | |
Attacco corpo a corpo | 25 | |
Danno arma | 40 | |
Difesa corpo a corpo | 58 | |
Armatura | 45 | |
Salute | 50 |
Abilità
Punti di forza e punti di debolezza
- Pessima resistenza dello scafo
- Equipaggio molto leggero
- Veloce
- Speronamento leggero
- Buone capacità di abbordaggio
- Attacco buono
- Difesa media
- Danno medio ma penetrazione dell’armatura bassa
- Morale normale
Descrizione
Il rostro all’altezza della linea di galleggiamento fu montato su una nave per la prima volta intorno all’850 a.C. Segnò la trasformazione delle navi da guerra e delle tattiche navali. La nave non era più una piattaforma sull’acqua per le battaglie di fanteria, ma l’arma stessa. Le galee cambiarono man mano che la nuova realtà veniva assimilata. Lo speronamento a velocità sostenuta perforava e poi affondava il nemico, per cui erano necessarie navi più sottili, più veloci e più resistenti. La maggiore velocità naturalmente richiedeva più remi e una nave veloce con un’unica fila di remi risultava insensatamente lunga e scomoda. La soluzione, allora, fu quella di aggiungere un secondo ordine di remi sopra il primo, ma leggermente sfalsato per avere lo spazio per le panche di rematori. Questa bireme, dalla parola latina che significa “due remi”, o diere, l’equivalente greco, non era più lunga delle precedenti, ma aveva il doppio dei rematori. Era veloce e manovrabile e poteva trasportare un contingente militare. Alcune nazioni dotavano l’equipaggio delle biremi di calderoni: questi recipienti d’argilla pieni di olio e pece venivano scagliati contro le navi nemiche con l’obiettivo di incendiarle.
Sebbene spesso i Celti mancassero di organizzazione formale e tattiche rispetto ai propri avversari più civilizzati, i loro fabbri erano alquanto abili e molto esperti in qualità di mercenari. In battaglia, e sul piano individuale, non avevano nulla da invidiare ai Romani e ai Greci. Spesso i Celti preferivano la lancia in battaglia. È un’arma semplice e un tipico guerriero celtico era in grado di portarne varie in battaglia: giavellotti più leggeri da scagliare contro il nemico mentre ci si avvicinava o si caricava e, qualche volta, una lancia con punta di ferro per il combattimento ravvicinato. Alcune lance erano poi costruite con punte a barbigli, per fare ulteriori danni nel momento in cui venivano estratte dalla ferita. Inoltre, le lance erano ottime per esibire trofei, come le teste in decomposizione dei nemici. Questo aspetto dannato assunto dai Celti, e la loro feroce fame di battaglia, erano spesso sufficienti a far tremare le gambe dei nemici. I guerrieri celti erano soliti lanciare grida, provocazioni e insulti ai nemici, nonché far risuonare i propri “carnyx”, corni da battaglia dal suono inquietante. Tutto ciò avrebbe dovuto terrorizzare i nemici, ma anche favorire la concentrazione dei propri guerrieri.