Pezeteri
Costo di reclutamento | 1,220 | |
Costi di mantenimento | 200 | |
Attacco corpo a corpo | 49 | |
Danno arma | 28 | |
Bonus di carica | 13 | |
Difesa corpo a corpo | 43 | |
Armatura | 70 | |
Salute | 60 | |
Morale di base | 70 |
Abilità
- Disciplinati
- Incoraggia
- Attacco in formazione
- Nascondersi (foresta)
- Falange di picchieri
Punti di forza e punti di debolezza
- Unità difensiva molto buona
- Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
- Attacco medio
- Morale buono
- Molto vulnerabile quando non è in falange
Descrizione
La falange macedone rinnovò l’uso della temuta sarissa, una picca lunga fino a 6,5 metri. Venne introdotta nell’esercito per la prima volta dal padre di Alessandro Magno, Filippo II, ed era ingombrante ma creava una formazione a falange quasi inespugnabile. Schierando un muro di picche con cinque file di uomini, si riusciva a proteggere di più i ranghi frontali e a creare una zona difensiva molto più grande di quella della falange oplitica tradizionale. Sul lato difensivo, la falange macedone riusciva non solo a respingere la cavalleria e la fanteria che caricava la prima linea, ma poteva anche deviare le frecce nemiche in arrivo, perché le retrovie tenevano le loro picche in verticale finché era necessario. Le frecce venivano raggiunte dalle picche diritte, e cadevano innocuamente al suolo, a portata di mano dei letali arcieri cretesi che supportavano i picchieri. In questo modo, l’offensiva macedone, benché lenta, era inarrestabile: se ben coordinata e disciplinata, era in grado di travolgere gli avversari sul campo di battaglia. Dopo la prematura morte di Alessandro, i diadochi, suoi Successori, continuarono a impiegare e perfezionare il combattimento a falange di picche.