Veliti
Costo di reclutamento | 340 | |
Costi di mantenimento | 80 | |
Danno proiettili | 32 | |
Portata | 80 | |
Colpi al minuto | 7 | |
Munizioni | 7 | |
Attacco corpo a corpo | 8 | |
Danno arma | 24 | |
Bonus di carica | 3 | |
Difesa corpo a corpo | 37 | |
Armatura | 15 | |
Salute | 45 | |
Morale di base | 25 |
Abilità
- Resistenza alla fatica
- Nascondersi (boscaglia e foresta)
- Tiro infuocato
Punti di forza e punti di debolezza
- Gittata corta
- Cadenza di tiro rapida
- Danno e penetrazione dell’armatura molto buoni
- Molto debole nel corpo a corpo
- Morale molto scarso
Descrizione
Uomini di basso rango sociale e troppo giovani per combattere tra le file degli hastati, i veliti costituivano la fanteria leggera dell’esercito romano. Indossavano copricapi di pelle di lupo, forse con qualche significato totemico, sebbene li usassero anche per spaventare il nemico. Nella Battaglia di Zama del 202 a.C., quando Scipione l’Africano incontrò il generale cartaginese Annibale, furono i veliti ad aiutarlo a respingere la carica degli elefanti, sfruttando il proprio equipaggiamento leggero per muoversi velocemente attorno ad essi. I veliti infastidivano gli elefanti fino a farli imbizzarrire, anche grazie alla cavalleria che faceva risuonare i corni per disorientare le bestie. Annibale aveva sperato di riuscire a rompere le linee romane con i suoi elefanti ma, al contrario, molte delle bestie spaventate si scagliarono sugli stessi Cartaginesi. Gli elefanti che non si abbatterono sui propri stessi ranghi, furono avvolti da una manovra sapientemente orchestrata, in seguito alla quale i Romani riuscirono ad incanalarli negli spazi lasciati liberi tra le formazioni delle coorti.