Diere con calderone, Lancieri con thureos

Costo di reclutamento 460
Costi di mantenimento 92
Stato della nave 566
Velocità della nave 6
Attacco corpo a corpo 24
Danno arma 25
Difesa corpo a corpo 55
Armatura 70
Salute 50
Punti di forza e punti di debolezza
  • Pessima resistenza dello scafo
  • Equipaggio molto leggero
  • Veloce
  • Speronamento iniziale molto potente
  • Buone capacità di abbordaggio
  • Buona unità difensiva
  • Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
  • Attacco medio
  • Morale normale
Descrizione

Il rostro all’altezza della linea di galleggiamento fu montato su una nave per la prima volta intorno all’850 a.C. Segnò la trasformazione delle navi da guerra e delle tattiche navali. La nave non era più una piattaforma sull’acqua per le battaglie di fanteria, ma l’arma stessa. Le galee cambiarono man mano che la nuova realtà veniva assimilata. Lo speronamento a velocità sostenuta perforava e poi affondava il nemico, per cui erano necessarie navi più sottili, più veloci e più resistenti. La maggiore velocità naturalmente richiedeva più remi e una nave veloce con un’unica fila di remi risultava insensatamente lunga e scomoda. La soluzione, allora, fu quella di aggiungere un secondo ordine di remi sopra il primo, ma leggermente sfalsato per avere lo spazio per le panche di rematori. Questa bireme, dalla parola latina che significa “due remi”, o diere, l’equivalente greco, non era più lunga delle precedenti, ma aveva il doppio dei rematori. Era veloce e manovrabile e poteva trasportare un contingente militare. Alcune nazioni dotavano l’equipaggio delle biremi di calderoni: questi recipienti d’argilla pieni di olio e pece venivano scagliati contro le navi nemiche con l’obiettivo di incendiarle.

La fanteria leggera greca, composta da tureofori, si sviluppò intorno agli inizi del IV secolo a.C., e rappresentava una via intermedia tra la falange e i peltasti schermagliatori. Il nome di questi guerrieri deriva da “thureos”, il grande scudo ovale che utilizzavano, ed erano equipaggiati più pesantemente dei tradizionali peltasti traci e greci. Capaci di schermagliare e schierarsi come una falange, venivano utilizzati per proteggere i fianchi e le altre truppe leggere. Il loro scudo, solitamente in legno e rivestito di pelle, aveva una presa centrale protetta da una fascia verticale e una striscia di metallo. Potrebbe essere stato il thureos ad aver ispirato gli scudi dei Celti e dei Romani del tempo. Come la più lunga sarissa, la lancia usata dai tureofori aveva una punta pesante all’estremità inferiore che bilanciava l’arma. Inoltre poteva essere piantata nel terreno, permettendo così al soldato di lanciare il giavellotto, se lo aveva. Capaci di ricoprire diversi ruoli, i tureofori erano molto popolari tra i cittadini e le unità mercenarie delle città-stato greche, finché non vennero eclissati dalle falangi macedoni di Filippo II e Alessandro Magno.

Richiede
Edifici
Disponibilità della fazione