Lancieri illirici con thureos
Costo di reclutamento | 560 | |
Costi di mantenimento | 100 | |
Attacco corpo a corpo | 20 | |
Danno arma | 25 | |
Bonus vs grandi unità | 20 | |
Bonus di carica | 22 | |
Difesa corpo a corpo | 51 | |
Armatura | 65 | |
Salute | 50 | |
Morale di base | 40 |
Punti di forza e punti di debolezza
- Buona unità difensiva
- Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
- Attacco medio
- Morale normale
Descrizione
Il thureos, un grosso scudo generalmente di forma ovale, diventò comune nel mondo ellenico dal III sec. a.C. Fatto di legno e poi ricoperto di pellame, esso differiva dall’hoplon dei primi Greci in quanto aveva una maniglia centrale, protetta da una fascia verticale lungo tutta l’altezza dello scudo. Inoltre lo si poteva rinforzare ulteriormente aggiungendo una larga striscia di metallo a protezione della maniglia e della mano di chi lo portava. Ispirato agli scudi sub-rettangolari e ovali dei popoli celti, probabilmente grazie al contatto con i Galati, si crede che la sua diffusione tra le tribù dell’Illiria e della Tracia sia avvenuta molto prima della sua adozione da parte dei Greci. Sebbene fosse grosso, il thureos era leggero se paragonato al tradizionale hoplon, e fu adottato da diversi tipi di peltasti con armature pesanti. I tureofori, il cui nome derivava dallo scudo che utilizzavano, potevano combattere come peltasti, schermagliando con i giavellotti, ma potevano anche unirsi in formazione con i propri scudi e le lance, in maniera simile a una falange. La natura versatile e l’utile struttura dei thureos ne favorirono l’adozione da parte di molti eserciti, inclusi gli ausiliari e la cavalleria delle ultime legioni romane.