Cavalleria campana mercenaria
Costo di reclutamento | 850 | |
Costi di mantenimento | 630 | |
Attacco corpo a corpo | 69 | |
Danno arma | 41 | |
Bonus vs grandi unità | 0 | |
Bonus di carica | 33 | |
Difesa corpo a corpo | 30 | |
Armatura | 90 | |
Salute | 100 | |
Morale di base | 70 |
Punti di forza e punti di debolezza
- Attacco molto buono
- Difesa media
- Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
- Morale buono
Descrizione
Dall’VIII sec. a.C., quando i primi coloni greci stabilirono stazioni commeciali lungo la costa occidentale della penisola italica, in prossimità della moderna Napoli, la regione Campania fu parte della Magna Grecia. Rimase, quindi, un baluardo della cultura ellenistica, fin quando i Sanniti, un popolo aggressivo, iniziarono a migrare nella regione, provenienti dalle proprie aree montane, sostituendo la cultura e la lingua greca, fino a quel momento prevalenti.
In una terra famosa per gli ampi panorami, ideale per l’allevamento di cavalli forti, l’emergente nobiltà campana sviluppò la sua rinomata cavalleria. Armati di giavellotti pesanti, adatti alle schermaglie, e di spade, fondamentali per il corpo a corpo, questi cavalieri, veloci, agili e versatili nella tattica, erano in grado di fare molti danni ad avversari corazzati in maniera più pesante e, per questo, meno mobili.
In seguito alle guerre sannitiche con Roma, intorno all’inizio del III sec. a.C., i Campani fornirono le basi per la cavalleria dei socii, impegnata al fianco delle legioni romane. Bene addestrati, come comandava la tradizione equestre del proprio popolo, questi cavalieri erano cavalieri stimati e guerrieri molto rispettati.
Richiede |
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Regioni Agrigentum Cosentia Croton Panormus Siracusa Tarentum Syracusae Lilybaeum Buxentum Thurii Brundisium |