Triere di Atene, Marinai corazzati
Costo di reclutamento | 700 | |
Costi di mantenimento | 110 | |
Stato della nave | 693 | |
Velocità della nave | 6 | |
Attacco corpo a corpo | 54 | |
Danno arma | 26 | |
Difesa corpo a corpo | 67 | |
Armatura | 80 | |
Salute | 70 |
Punti di forza e punti di debolezza
- Scarsa resistenza dello scafo
- Equipaggio leggero
- Veloce
- Speronamento leggero
- Scarse capacità di abbordaggio
- Abilità nel combattimento a distanza nella media
- Buona unità difensiva
- Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
- Attacco medio
- Morale normale
Descrizione
Tra tutte le navi da guerra risalenti al mondo antico, la trireme, o triere, è la più celebre e riconoscibile. Quasi tutti i film di genere peplum di Hollywood includono di certo una trireme. La nave venne interamente progettata per la guerra. Il suo nome deriva dalle tre file di remi che si trovavano su ogni lato, collocate una sull’altra in colonne ben ripartite, in modo da concedere ai rematori un po’ di spazio. La fila di remi superiore si imperniava su uno scalmo montato su un buttafuori che sporgeva dallo scafo. Ciò permetteva ai remi superiori di inclinarsi con un angolo più acuto in modo da raggiungere l’acqua senza incastrarsi con i remi inferiori. La trireme era il levriero delle navi, in grado di scattare ad alta velocità grazie anche a un equipaggio ben addestrato; al contrario di quanto si crede, non tutti i rematori erano schiavi. A bordo delle navi greche c’erano dei cittadini, che venivano rispettati e non trattati come schiavi. Erano anche navi “da bel tempo”, non adatte ai mari aspri come l’Atlantico. Il livello inferiore di remi si trovava, al massimo, a meno di mezzo metro al di sopra della superficie dell’acqua. Ciò, tuttavia, non impedì alla trireme di diventare un’arma imponente contro le altre imbarcazioni: un attacco di speronamento ad alta velocità poteva perforare il fianco di quasi ogni obiettivo. Era inoltre abbastanza larga per essere impiegata in altri modi: serviva per il trasporto degli arcieri e per l’assemblaggio di pezzi di artiglieria leggera.
La guerra sul mare nel mondo antico era solo un altro modo di combattere, per la fanteria. Le prime battaglie navali documentate sono quelle dell’antica Cina: con gli arpioni si agganciavano e poi abbordavano le navi e a quel punto il combattimento ravvicinato decretava il vincitore. Durante la Seconda guerra punica, Roma sconfisse la celebre maestria sul mare di Cartagine, creando il “corvus”, un ponte che permetteva ai soldati di salire sulla nave nemica e combattere. Nell’antichità quindi, la differenza tra combattimento in mare e sulla terraferma era poca, mentre era importante essere abituati al mare, e riuscire a mantenere l’equilibrio mentre si colpiva il nemico. Sulle navi greche fecero quindi la loro apparizione gli opliti, e non solo come passeggeri: in questo modo gli eserciti greci riuscirono a svolgere operazioni belliche con grande flessibilità.