Incursore da tiro, Frombolieri celti
Costo di reclutamento | 460 | |
Costi di mantenimento | 92 | |
Danno proiettili | 20 | |
Portata | 150 | |
Colpi al minuto | 7 | |
Stato della nave | 875 | |
Velocità della nave | 3 | |
Attacco corpo a corpo | 8 | |
Danno arma | 24 | |
Difesa corpo a corpo | 37 | |
Armatura | 25 | |
Salute | 45 |
Punti di forza e punti di debolezza
- Buona resistenza dello scafo
- Equipaggio medio
- Veloce
- Speronamento leggero
- Scarse capacità di abbordaggio
- Discrete abilità nel combattimento a distanza
- Gittata molto lunga
- Cadenza di tiro media
- Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
- Molto debole nel corpo a corpo
- Morale molto scarso
Descrizione
Molte delle tribù del nord Europa non avevano potenze navali, ma avevano degli abili navigatori. Le tecniche di costruzione delle navi erano ben conosciute e, sebbene molte fossero piccole imbarcazioni rivestite di cuoio da utilizzare nei mari interni e sotto costa, venivano costruite anche navi più grandi per navigare in mare aperto. I carpentieri navali usavano grosse tavole per gli scafi, le legavano insieme e poi le fissavano a un telaio di legno per creare un’imbarcazione solida che potesse affrontare le acque dell’Atlantico. Giulio Cesare fu sorpreso della qualità delle navi nemiche, quando la sua flotta si scontrò con i Veneti della Bretagna. Le imbarcazioni celtiche avevano il fondo piatto, che permetteva di destreggiarsi tra le acque basse, ma erano anche costruite con pesante legno di quercia per poter affrontare il mare in burrasca. Queste caratteristiche le rendevano un difficile avversario per le galee romane e permettevano di minimizzare un attacco di speronamento. Cesare dice che le navi nemiche erano costruite con “tavole larghe 30 cm, fissate l’una all’altra con punte di ferro dello spessore di un dito pollice; le ancore erano legate a catene di ferro, invece che cavi”. Quando i Romani furono costretti ad abbordare, dovettero affrontare spaventosi guerrieri abituati al combattimento ravvicinato sul mare.
Per quanto riguardava i Celti, il miglior modo di uccidere un uomo era nel combattimento corpo a corpo. I Celti ritenevano che ci fosse grande valore nel coraggio individuale, mentre non ce n’era alcuno nell’uccidere dalla distanza. Tuttavia, anche i frombolieri, gli arcieri e i giavellottisti erano presenti nel loro esercito. Spesso era l’unico modo per alcuni Celti di andare in guerra: i guerrieri celti si pagavano il proprio equipaggiamento, per cui solo i ricchi potevano permettersi, o avevano il diritto ad avere, una buona armatura e delle armi. Il ruolo di schermagliatori era quindi riservato spesso ai poveri: gli uomini liberi che facevano da clienti per i membri delle classi nobili. Sebbene non potevano sperare di raggiungere la stessa posizione sociale dei propri padroni nobili, potevano comunque provare il proprio valore in battaglia.