Incursore d’assalto medio, Guerrieri celti
Costo di reclutamento | 570 | |
Costi di mantenimento | 114 | |
Stato della nave | 1,067 | |
Velocità della nave | 3 | |
Attacco corpo a corpo | 27 | |
Danno arma | 40 | |
Difesa corpo a corpo | 50 | |
Armatura | 45 | |
Salute | 55 |
Abilità
Punti di forza e punti di debolezza
- Buona resistenza dello scafo
- Equipaggio medio
- Veloce
- Speronamento leggero
- Buone capacità di abbordaggio
- Attacco medio
- Difesa debole
- Danno medio ma penetrazione dell’armatura bassa
- Morale scarso
Descrizione
Molte delle tribù del nord Europa non avevano potenze navali, ma avevano degli abili navigatori. Le tecniche di costruzione delle navi erano ben conosciute e, sebbene molte fossero piccole imbarcazioni rivestite di cuoio da utilizzare nei mari interni e sotto costa, venivano costruite anche navi più grandi per navigare in mare aperto. I carpentieri navali usavano grosse tavole per gli scafi, le legavano insieme e poi le fissavano a un telaio di legno per creare un’imbarcazione solida che potesse affrontare le acque dell’Atlantico. Giulio Cesare fu sorpreso della qualità delle navi nemiche, quando la sua flotta si scontrò con i Veneti della Bretagna. Le imbarcazioni celtiche avevano il fondo piatto, che permetteva di destreggiarsi tra le acque basse, ma erano anche costruite con pesante legno di quercia per poter affrontare il mare in burrasca. Queste caratteristiche le rendevano un difficile avversario per le galee romane e permettevano di minimizzare un attacco di speronamento. Cesare dice che le navi nemiche erano costruite con “tavole larghe 30 cm, fissate l’una all’altra con punte di ferro dello spessore di un dito pollice; le ancore erano legate a catene di ferro, invece che cavi”. Quando i Romani furono costretti ad abbordare, dovettero affrontare spaventosi guerrieri abituati al combattimento ravvicinato sul mare.
Sebbene spesso i Celti mancassero di organizzazione formale e tattiche rispetto ai propri avversari più civilizzati, i loro fabbri erano alquanto abili e molto esperti in qualità di mercenari. In battaglia, e sul piano individuale, non avevano nulla da invidiare ai Romani e ai Greci. Spesso i Celti preferivano la lancia in battaglia. È un’arma semplice e un tipico guerriero celtico era in grado di portarne varie in battaglia: giavellotti più leggeri da scagliare contro il nemico mentre ci si avvicinava o si caricava e, qualche volta, una lancia con punta di ferro per il combattimento ravvicinato. Alcune lance erano poi costruite con punte a barbigli, per fare ulteriori danni nel momento in cui venivano estratte dalla ferita. Inoltre, le lance erano ottime per esibire trofei, come le teste in decomposizione dei nemici. Questo aspetto dannato assunto dai Celti, e la loro feroce fame di battaglia, erano spesso sufficienti a far tremare le gambe dei nemici. I guerrieri celti erano soliti lanciare grida, provocazioni e insulti ai nemici, nonché far risuonare i propri “carnyx”, corni da battaglia dal suono inquietante. Tutto ciò avrebbe dovuto terrorizzare i nemici, ma anche favorire la concentrazione dei propri guerrieri.