Incursore d’assalto, Leve con lancia

Costo di reclutamento 310
Costi di mantenimento 84
Stato della nave 875
Velocità della nave 3
Attacco corpo a corpo 18
Danno arma 22
Difesa corpo a corpo 59
Armatura 40
Salute 50
Punti di forza e punti di debolezza
  • Resistenza dello scafo nella media
  • Equipaggio leggero
  • Altissima velocità
  • Speronamento leggero
  • Capacità di abbordaggio nella media
  • Unità difensiva media
  • Danno basso ma penetrazione dell’armatura media
  • Attacco debole
  • Morale scarso
Descrizione

Molte delle tribù del nord Europa non avevano potenze navali, ma avevano degli abili navigatori. Le tecniche di costruzione delle navi erano ben conosciute e, sebbene molte fossero piccole imbarcazioni rivestite di cuoio da utilizzare nei mari interni e sotto costa, venivano costruite anche navi più grandi per navigare in mare aperto. I carpentieri navali usavano grosse tavole per gli scafi, le legavano insieme e poi le fissavano a un telaio di legno per creare un’imbarcazione solida che potesse affrontare le acque dell’Atlantico. Giulio Cesare fu sorpreso della qualità delle navi nemiche, quando la sua flotta si scontrò con i Veneti della Bretagna. Le imbarcazioni celtiche avevano il fondo piatto, che permetteva di destreggiarsi tra le acque basse, ma erano anche costruite con pesante legno di quercia per poter affrontare il mare in burrasca. Queste caratteristiche le rendevano un difficile avversario per le galee romane e permettevano di minimizzare un attacco di speronamento. Cesare dice che le navi nemiche erano costruite con “tavole larghe 30 cm, fissate l’una all’altra con punte di ferro dello spessore di un dito pollice; le ancore erano legate a catene di ferro, invece che cavi”. Quando i Romani furono costretti ad abbordare, dovettero affrontare spaventosi guerrieri abituati al combattimento ravvicinato sul mare.

I lancieri erano la linfa vitale delle forze tribali germaniche. Cresciuti fra banchetti e saccheggi, ciò che desideravano di più era dimostrare la loro forza contro un degno nemico. Erano sprezzanti dei pericoli che li aspettavano, aizzavano la loro foga cantando, ed erano armati di lance con punte d’osso e giavellotti; la ferocia del loro attacco iniziale era assai temuta e conosciuta. Il “furor teutonicus”, come era chiamato dai Romani, non somigliava affatto alla massa disorganizzata preferita dai Celti. Al contrario, i Germani attaccavano in colonne ordinate o in formazione a cuneo, conosciuta come “testa di cinghiale”.

Richiede
Edifici
Disponibilità della fazione