Hemiolia d’assalto, Peltasti leggeri
Costo di reclutamento | 500 | |
Costi di mantenimento | 100 | |
Danno proiettili | 32 | |
Portata | 80 | |
Colpi al minuto | 8 | |
Stato della nave | 402 | |
Velocità della nave | 6 | |
Attacco corpo a corpo | 18 | |
Danno arma | 24 | |
Difesa corpo a corpo | 40 | |
Armatura | 40 | |
Salute | 50 |
Abilità
Punti di forza e punti di debolezza
- Pessima resistenza dello scafo
- Equipaggio leggero
- Altissima velocità
- Speronamento leggero
- Pessime capacità di abbordaggio
- Scarse abilità nel combattimento a distanza
- Gittata corta
- Cadenza di tiro rapida
- Danno e penetrazione dell’armatura molto buoni
- Scudo grande
- Molto debole nel corpo a corpo
- Morale scarso
Descrizione
La hemiolia, o “una fila e mezzo”, era una galea leggera, la prediletta dai pirati del mondo antico. Si sviluppò dalla bireme, una nave con due ponti di remi sui lati lunghi. Nella hemiolia il numero di remi sul ponte superiore era ridotto e ne aveva la metà nella sezione centrale della nave. Il numero ridotto di rematori non aveva un grande impatto sulla velocità complessiva, perché anche il peso dell’imbarcazione diminuiva. Poiché impiegava sia remi, sia vele, e l’equipaggio poteva cambiare rapidamente il sistema di propulsione, era una nave ideale per inseguire le grosse imbarcazioni mercantili che trasportavano ricchezze. Dall’hemiolia era preferibile utilizzare l’abbordaggio; lo speronamento, infatti, non era una tattica vantaggiosa, perché il bottino sarebbe finito in pasto ai pesci e non avrebbe arricchito i pirati! La velocità e la praticità dell’hemiolia la rendevano adatta alla perlustrazione, all’impiego come imbarcazione per le scorte e per avvicinare e depredare le navi nemiche danneggiate alla fine delle battaglie.
Questi schermagliatori prendevano il nome dai loro scudi, a forma di crescente e rivestiti di cuoio o vimini, noti come “peltai”. Nel mondo greco era pratica abituale chiamare le truppe a seconda dello stile dello scudo che portavano. Erano corazzati alla leggera, o non avevano alcuna corazza, e armati di giavellotti. Dopo aver tormentato il nemico lanciando i giavellotti, si ritiravano velocemente prima del contrattacco o di essere aggirati dai nemici. Man mano che gli eserciti cambiavano e le tattiche diventavano più complesse, ci si aspettava che anche i peltasti prendessero parte al combattimento ravvicinato: è per questo che venivano armati con corazze di lino cartonato e spade corte. Dovevano comunque usare i giavellotti, ma poi potevano anche partecipare agli scontri ravvicinati. Alla fine i peltasti sostituirono il proprio caratteristico scudo con il più pesante thureos. Ma il loro nome e la loro funzione in battaglia non cambiarono.