Spadaccini con scudo d’argento

Costo di reclutamento 1,280
Costi di mantenimento 200
Attacco corpo a corpo 43
Danno arma 40
Bonus vs fanteria 2
Bonus di carica 27
Difesa corpo a corpo 67
Armatura 80
Salute 65
Morale di base 70
Punti di forza e punti di debolezza
  • Attacco molto buono
  • Difesa media
  • Danno medio ma penetrazione dell’armatura bassa
  • Morale buono
Descrizione

Durante i suoi ultimi anni di campagna, Alessandro Magno rinominò gli ipaspisti della sua fanteria d’élite “argiraspidi”, o “scudi d’argento”. In seguito alla prematura morte di Alessandro, i suoi generali si scontrarono tra loro a causa del territorio e dell’enorme potere che esso determinava. Al calmarsi delle acque, l’ex “comandante in capo del campo”, Seleuco, riuscì a prendere il controllo di Babilonia e di molte altre satrapie, e si autoproclamò re nel 306 a.C. Il suo territorio divenne noto come Impero seleucide, e gli scudi d’argento formarono sin dal primo momento l’élite dei suoi eserciti. Durante la maggior parte del loro mandato, venivano equipaggiati secondo le usanze macedoni ed erano addestrati per il combattimento a falange, come i loro illustri predecessori. Tuttavia, in seguito alla catastrofica sconfitta inferta dai Romani a Magnesia, nel 190 a.C., i Seleucidi iniziarono a rimodellare gli scudi d’argento seguendo i legionari romani che li avevano sconfitti grazie, sicuramente, al loro equipaggiamento e le loro tattiche. Si pensa che i 5000 uomini a capo della parata di Dafne, nel 166 a.C., fossero scudi d'argento equipaggiati in tal modo.

Richiede
Edifici
Disponibilità della fazione