Incursore pesante, Fedeli al giuramento

Costo di reclutamento 1,060
Costi di mantenimento 212
Stato della nave 1,290
Velocità della nave 3
Attacco corpo a corpo 48
Danno arma 45
Difesa corpo a corpo 69
Armatura 80
Salute 65
Punti di forza e punti di debolezza
  • Ottima resistenza dello scafo
  • Equipaggio medio
  • Velocità media
  • Speronamento medio
  • Ottime capacità di abbordaggio
  • Attacco molto buono
  • Difesa media
  • Danno medio ma penetrazione dell’armatura bassa
  • Morale buono
Descrizione

Molte delle tribù del nord Europa non avevano potenze navali, ma avevano degli abili navigatori. Le tecniche di costruzione delle navi erano ben conosciute e, sebbene molte fossero piccole imbarcazioni rivestite di cuoio da utilizzare nei mari interni e sotto costa, venivano costruite anche navi più grandi per navigare in mare aperto. I carpentieri navali usavano grosse tavole per gli scafi, le legavano insieme e poi le fissavano a un telaio di legno per creare un’imbarcazione solida che potesse affrontare le acque dell’Atlantico. Giulio Cesare fu sorpreso della qualità delle navi nemiche, quando la sua flotta si scontrò con i Veneti della Bretagna. Le imbarcazioni celtiche avevano il fondo piatto, che permetteva di destreggiarsi tra le acque basse, ma erano anche costruite con pesante legno di quercia per poter affrontare il mare in burrasca. Queste caratteristiche le rendevano un difficile avversario per le galee romane e permettevano di minimizzare un attacco di speronamento. Cesare dice che le navi nemiche erano costruite con “tavole larghe 30 cm, fissate l’una all’altra con punte di ferro dello spessore di un dito pollice; le ancore erano legate a catene di ferro, invece che cavi”. Quando i Romani furono costretti ad abbordare, dovettero affrontare spaventosi guerrieri abituati al combattimento ravvicinato sul mare.

La spada lunga era un’arma molto rispettata dai Celti. Per poterne brandire una in battaglia, un guerriero doveva prima dimostrare il proprio valore.

Questa arma con impugnatura a due mani fu originariamente sviluppata durante l’VIII secolo a.C., poi scomparve dalla circolazione fino al 450 a.C. circa. Tuttavia, è possibile che la lavorazione del ferro dei Celti fosse sensibilmente arretrata rispetto a quella dei Romani: sembra che le spade lunghe usate dai Galli durante la disastrosa Battaglia di Talamone, nel 225 a.C., si piegassero molto facilmente a contatto con gli scudi romani e bisognasse raddrizzarle contro il terreno. D’altra parte, dal momento che la lavorazione del ferro era in atto da diversi secoli nella cultura celtica, molti credono che il processo osservato dai Romani rappresentasse un rito con il quale si “metteva a riposo” un’arma sconfitta, disonorata o danneggiata.

Richiede
Edifici
Disponibilità della fazione